Terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste (Messa sì, Messa no.)

Messa-2-Foto-Wikipedia

 

Parto dall’analisi di alcune Scritture che ci parlano di questo Comandamento. Poi ci sarà una breve riflessione sul dibattito odierno: “Messa si, Messa no”. E sulle posizioni del Governo e della CEI.

Iniziamo dalla Genesi 40: Giuseppe interpreta i sogni.

In questo brano vi sono tre elementi: il vino, il pane, i tre giorni. Nell’Antico Testamento vi sono molti riferimenti a quella che sarà la venuta di Cristo.

Questi tre elementi sono elementi della Santa Messa: il vino che diventa il sangue di Gesù, il pane che tramite la transustanziazione diventa il corpo di Gesù. I tre giorni sono i tre giorni entro i quali vi è la Resurrezione di Gesù che avviene di  Domenica.

Salmo 66 (65) Tutto

“Voglio entrare nella tua casa con olocausti, per te voglio adempiere le mie promesse”

“Venite e ascoltate voi tutti che temete Dio, voglio narrarvi ciò che Egli ha fatto per l’anima mia”

Entrare nella Casa di Dio significa andare in Chiesa, per quanto riguarda gli olocausti modernamente sono le offerte che presentiamo nel Memoriale del Sacrificio di Cristo.

Ascoltare la Parola di Dio.

Le parti della Messa: l’ascolto della Parola di Dio, il Sacrificio liturgico, l’Eucarestia, la Benedizione finale. Santificare le feste significa andare a Messa.

Prima lettera ai Tessalonicesi (conclusione)

In questo brano vi è la benedizione finale che si ha alla fine di ogni Messa.

“Egli stesso, il Dio della pace, vi santifichi totalmente” “La Grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi”.

Inoltre vi è nel versetto 26 la scambio della Pace “Salutate tutti i fratelli con un bacio santo”, modernamente è “Scambiatevi un segno di Pace”.

Geremia 7,30

“Hanno collocato le loro abominazioni nel tempio, nel quale è stato invocato il Mio Nome, contaminandoLo”.

Santificare le feste significa andare a Messa in modo santo. Non distrarsi, non spettegolare, non pronunciare parole malvagie e volgari in chiesa. La chiesa è un luogo santo, chi parla male in chiesa contamina questo luogo. Santificare le feste significa predisporci ad incontrare Dio, ascoltando con attenzione la Sua Parola e preparandoci con raccoglimento, in silenzio ed in silenziosa e fervente preghiera a riceverLo nell’Eucarestia.

Andare in chiesa per altri motivi è peccato ed è una violazione del Terzo Comandamento.

Lettera ai Romani 15,26-27

La colletta per i poveri e per il sostentamento della Chiesa è parte della Messa e tutti dobbiamo contribuire, secondo le nostre possibilità.

16, 17-18 Ma dobbiamo anche stare attenti a chi ha fama di cupidigia, non dobbiamo farci ingannare. Vi sono persone consacrate che disseminano discordia e che non sono in buona fede, dobbiamo guardarci dall’ascoltarli. Una cosa è pensare ai poveri ed alle necessità della parrocchia, o del vescovado, una cosa è cercare di arricchirsi.

Isaia 45, 20; 22

Radunarsi nel nome del Signore.

La preghiera collettiva è molto importante. Per santificare le feste bisogna pregare insieme. Quindi andare a Messa. “Volgetevi a me e sarete salvi”. Bisogna pregare per la nostra salvezza. Santificare le feste significa pregare e farlo collettivamente, come Dio ci ha insegnato.

Prima lettera ai Corinzi 11, 1-16

“Il velo delle donne nelle assemblee”. Significa, volendolo interpretare in un senso più ampio che le donne hanno il dovere di vestirsi decorosamente quando entrano in chiesa.

La funzione non deve essere disturbata dalla visione di una donna, giovane o meno giovane che sia, che non conosce il pudore.

Ma anche gli uomini devono essere decorosi e non presentarsi ad esempio in canottiera e calzoni poco appropriati. Dobbiamo esprimere anche con l’abbigliamento il rispetto ed il Timor di Dio.

Numeri 28 (1-2)

Presentarsi al tempio nei tempi stabiliti e portare un sacrificio. E’ l’essenza del comandamento “Ricordati di santificare le feste”.

Il sacrificio che offriamo è il sacrificio liturgico, quello che ci ha insegnato Gesù nell’Ultima Cena. E’ il memoriale del Sacrificio di Gesù sulla Croce per la nostra salvezza ed è il momento della “Transustanziazione”, cioè il momento in cui l’Ostia consacrata diventa Gesù che viene a vivere dentro di noi.

Questo comandamento, come tutti i comandamenti, ci è stato dato per il nostro bene. Partecipare alla Messa ci fa entrare in Comunione con Dio e con i fratelli. Ricevere Gesù ci da forza e amore per affrontare la vita ed i dispiaceri quotidiani.

Santificare le feste è anche riposare. Un giorno alla settimane bisogna riposare, già dalla Genesi il Signore nostro Dio ce lo indica: “Il Settimo Giorno di riposò”. Dio ci ama per questo ci da i Suoi Comandamenti: per aiutarci a vivere bene.

Andare a Messa e riposarsi la Domenica ed in tutte le feste di precetto ci fa bene.

Inoltre se ci allontaniamo dalla Chiesa non frequentando più la Messa domenicale è molto probabile che ci allontaneremo dalla fede in Dio. Siamo creature fragili e abbiamo bisogno della forza che ci da la Messa domenicale per mantenerci sulla retta via.

Considerando queste Scritture e tutti questi elementi, entriamo nel dibattito odierno. La Cei è in disaccordo con il DPCM del Governo italiano che vieta la celebrazione di Messe eucaristiche, in quanto ci sarebbero assembramenti di persone e possibile diffusione del Covid 19. “I Vescovi italiani non possono accettare di veder compromesso l’esercizio delle libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio versoi poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale.” Per limitare i rischi di contagio si potrebbero tenere celebrazioni con meno persone e rispettando un metro di distanza, questo è stato proposto, ma come decidere chi può partecipare alle celebrazioni e chi no? La Fede è di tutti, Dio è per tutti, non si può rischiare di creare discriminazioni. I Vescovi ci dicono che la libertà di culto deve essere tutelata ma come si pronuncia Papa Francesco? Queste sono sue parole nella Messa di oggi, martedì 28 aprile, a Santa Marta: “In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni.” 

Il Santo Padre ci invita ad essere obbedienti verso le disposizioni del Governo, affinchè la pandemia non ritorni. Ci sono state migliaia di vittime di questo virus e ci troviamo a gestire situazioni molto critiche, tra la scarsità dei posti in terapia intensiva e nuova povertà derivata dal forzato cessare di alcune attività lavorative ed economiche. La nostra guida è il Papa, egli ha lo Spirito Santo e quindi l’infallibilità. Dobbiamo seguire quello che Egli ci dice, è il dogma del cattolicesimo.

Certo è che ci mancano le nostre parrocchie, le nostre comunità, lo studio della Bibbia. Ci manca soprattutto l’incontro con Gesù sacramentato, in ogni Messa Gesù rompe le regole dello spazio e del tempo per essere con noi nell’Eucarestia.

Ma questa situazione è transitoria, bisogna, a mio avviso, sopportare questo sacrificio ed andare avanti così fino a quando il rischio contagio non sia ridotto al minimo.

Questo non significa sminuire l’importanza del Sacrificio eucaristico che rimane il centro della vita dello Spirito cristiana.

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