Per questo articolo prendo spunto dal Regina Coeli del 3 maggio 2020 di Papa Francesco. In questa riflessione Papa Francesco tira fuori quelle che sono due grandi tematiche filosofiche: il bene ed il male che sentiamo dentro di noi.
“La voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere. All’inizio blandisce e ci fa credere che siamo onnipotenti, ma poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa: “Tu non vali niente”. La voce di Dio, invece, ci corregge, con tanta pazienza, ma sempre ci incoraggia, ci consola: sempre alimenta la speranza. La voce di Dio è una voce che ha un orizzonte, invece la voce del cattivo ti porta a un muro, ti porta all’angolo.”
Quando siamo depressi prevale la voce del male: ci dice che non valiamo niente, ci mette al muro, ci fa vedere che non ci sono vie d’uscita, alternative. Ci fa provare disperazione.
La voce di Dio, invece, ci da la forza di agire, di cominciare a fare piccoli passi per cambiare le cose, ci proietta in un orizzonte di speranza. E’ la voce che muove la voglia di reagire, di aprirci verso la vita e di gioire.
La voce del maligno ci terrorizza rispetto al futuro, ce lo fa presagire come denso di minacce e spaventoso, suscitandoci ansia e preoccupazione. Ci fa riaffiorare i ricordi brutti del passato, chiudendoci nel rancore rispetto a chi ci ha fatto soffrire. Ci fa rimuginare su quanto è andato male e sulla sofferenza che abbiamo provato.
“Invece la voce di Dio parla al presente: “Ora puoi fare del bene, ora puoi esercitare la creatività dell’amore, ora puoi rinunciare ai rimpianti e ai rimorsi che tengono prigioniero il tuo cuore”. Ci anima, ci porta avanti, ma parla al presente, ora.”
Vivere nel presente. E’ quanto anche la psicologia ci consiglia. Non soffrire per il passato, non preoccuparci per il futuro, ma vivere il presente. Essere presenti al momento attuale, concentrarci sull’oggi, su quello che facciamo momento per momento. Il passato non si può cambiare, il futuro non lo conosciamo, possiamo solo intervenire sul presente.
Ancora: la voce di Dio suscita in noi la domanda: “Che cosa mi fa bene?”, mentre quella del tentatore ci fa chiedere a noi stessi: “Che cosa mi va di fare?”. E Papa Francesco prosegue:
“la voce cattiva ruota sempre attorno all’io, alle sue pulsioni, ai suoi bisogni, al tutto e subito. E’ come i capricci dei bambini: tutto e adesso. La voce di Dio, invece, non promette mai la gioia a basso prezzo: ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la pace.”
Bisogna superare la dinamica del soddisfacimento immediato dei desideri, una vita sregolata non conduce da nessuna parte. Bisogna disciplinare il nostro ego infantile che vuole tutto e subito. Il capriccio non darà mai gioia, soddisfattolo, subito si vorrà qualcos’altro.
Spesso la voce del demonio prevale, ma se noi sappiamo riconoscerla, sappiamo evitarla. Ogni qualvolta sentiamo tutte questa negatività risuonarci nella testa, ricordiamo le parole di saggezza del Papa e riconnettiamoci invece con ciò che ci fa stare bene, con la voce di Dio. Spesso identifichiamo la cristianità con il sacrificio e la contrizione, ma come possiamo evincere da questi consigli del Papa, invece la religione porta alla gioia ed al benessere. Ci centra su ciò che ci fa stare bene. Quindi riflettiamo su queste parole: vivere il presente, pensare che noi valiamo, (tu sei abbastanza), cercare il vero bene, non la gioia momentanea che si esaurisce in un lampo. Avere un orizzonte di speranza. Seguiamo le parole di luce, non facciamoci rinchiudere nell’oscurità.