
Comincia da oggi su questo blog una serie di articoli dedicati agli angeli, su richiesta di una mia cara amica che è affascinata dall’argomento 🙂 .
Voglio iniziare da un angelo che sento molto vicino nella mia esperienza di vita: San Raffaele arcangelo. Trattasi di un arcangelo che fino al diciannovesimo secolo non aveva nemmeno una sua festa nel calendario, ed è stato anche molto trascurato dagli artisti di raffigurazioni sacre ma nella Bibbia è talmente importante che assorbe un intero libro.
Biblisti e filologi sono d’accordo nell’interpretazione del nome di Raffaele che significa “Dio ha guarito”.
Il libro in cui compare San Raffaele è il libro di Tobia, e, in esso, ha un ruolo importantissimo. Il nome di Raffaele ricorre dopo la preghiera di Tobi e quella contemporanea di Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbatana, nella Media. Il testo dice:” in quel medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta davanti alla gloria di Dio e fu mandato Raffaele a guarire i due, a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perchè con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare Sara in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla dal cattivo demonio Asmodeo”. L’angelo stesso si presenta con queste parole:” Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore”. Tutti i benefici recati dall’angelo sono esposti sommariamente da Tobia: “Egli mi ha condotto sano e salvo, mi ha guarito la moglie, è andato a prendere per me il denaro e infine ha guarito te!” (Te, rivolto al padre di Tobia, Tobi, cieco che riacquista la vista ad opera dell’arcangelo Raffaele). Raffaele dice di essere uno dei sette angeli che sono sempre alla presenza dell’Altissimo, pronti ad eseguire i suoi comandi, sette sono anche gli angeli dell’Apocalisse: “Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe”(Ap 8,2). Vi è un riscontro con lo zoroastrismo in cui si parla complessivamente di sette Amesha Spenta, reputati da alcuni come esseri divini, da altri come astrazione etiche divinizzate e personificate. Dell’arcangelo Raffaele parlano spesso i libri apocrifi, come il Libro di Enoch in cui ha una parte notevole nella lotta contro il demonio Azazel, come pure nel giudizio finale.
Il nome di San Raffaele si trovava già anticamente nelle Litanie dei Santi e nelle preghiere del Rituale per l’Itinerarium clericorum.
Come già detto, è poco rappresentato nella storia dell’arte, ma quando viene rappresentato compare vicino ad un giovinetto, di cui è la guida, e spesso con un pesce, che richiama il pesce magico che guarisce Tobi e Sara. Nel Rinascimento viene spesso pregato per affiancare gli adolescenti nei loro primi viaggi da soli, specialmente i viaggi mercantili. E’ invocato come protettore nei viaggi in generale.
Questo arcangelo mi affascina particolarmente in quanto è un angelo guaritore, sia della salute fisica che spirituale. Mi ricordo una preghiera-invocazione che vi trascrivo qui sotto:
“San Raffaele arcangelo, con la tua luce illuminaci
San Raffaele arcangelo, con le tue ali proteggici
San Raffaele arcangelo, con la tua medicina, guariscici.”
Ho letto anche le testimonianze di una donna che sentiva molto forte la presenza di San Raffaele dopo aver recitato questa invocazione “San Raffaele arcangelo, ti prego, vieni vicino a me ora!”.
Ho provato a recitarla anche io in momenti di turbamento, e mi ha dato un sollievo immediato. 🙂